Qual è il Suono di Dio?

20.01.2017


Questo articolo potete trovarlo sul sito e sulla pagina facebook de "Il Giornale dello Yoga"


IL SUONO DEL SACRO

denominatore comune di ogni spiritualità

La cultura è qualcosa di statico e mai fermo, un fluido che scorre nel tempo e nello spazio plasmandosi a seconda del contesto e del territorio, del clima e delle vicende storico-politico-economiche, come l'acqua che si adatta al recipiente che la contiene. Così la cultura, non è facile definirla, afferrarla, anche se possiamo provare a descriverla e a capirla. Sicuramente la viviamo. Ma al di là delle differenze vi sono cose che nell'essere umano superano confini, vicende storiche, situazioni politco-economiche e clima e territorio. Vi sono delle caratteristiche che si rendono Umani, che ci uniscono e ci fanno incontrare nonostante non riusciamo a comprenderci tra di noi, nonostante ci sentiamo così diversi e lontani. Questi possono essere gli archetipi, i simboli ricorrenti, le similitudini tra storie mitologiche, e caratteristiche di alcuni eroi, dei e semidei, il modo con cui l'uomo costruisce le religioni, e così via. Una base comune, che è quella che interessa a noi oggi, è quella del Suono. Ogni cultura si esprime attraverso la parola e le dona una potenza immensa quando si tratta di preghiera, di parole e suoni cosiddetti sacri, di parole che la tradizione dice venire da fonte divina. In ogni religione, infatti,esiste una parola detta, una parola tramandata, una parola ascoltata, una parola trasmessa come legge, una parola che salvò e fece il miracolo, una parola che prevede il futuro. La parola è la fonte del suono. Nella tradizione induista si dice che non esista nulla nel creato che non si muova, che non sia cioè caratterizzato da vibrazione e questa vibrazione (visibile a occhio nudo o meno, non è importante), produce sempre una vibrazione, un suono (udibile o no). Quindi ne consegue un enorme legame tra il suono e la vita, il suono e la creazione, il suono e forme di spiritualità o religiosità.

Il Papa, la notte del 27 ottobre 1986, durante la Preghiera per la Pace ad Assisi, invitò ogni capo religioso presente a mettere da parte per un attimo il proprio ruolo sociale e politico, a togliere virtualmente l'abito e il copricapo, indossare l' umile abito dell'uomo semplice di fronte a Dio. Il Papa invitò i presenti per una sera a non prendere decisioni, a non fare alleanze, a non progettare soluzioni e strategie politiche di dialogo interreligioso, ma a fermarsi e chiedere umilmente aiuto a Dio. La cosa sorprendente e innovativa è che il Papa chiede a ognuno di loro di parlare al proprio Dio con la lingua, il metodo, il rito, la preghiera e la parola che loro conoscono. Chiede ad ognuno di riconoscere la propria identità, la propria umanità di fronte a Dio, nell'intima preghiera solitaria e silenziosa.

Un silenzio che grida, in realtà, al mondoPace e Umiltà, Fede e Carità.

Io non ero presente, ma leggendo le parole del Papa, che parla di preghiera, digiuno, ricerca spirituale, immagino un silenzio carico di parole, una forza enorme evocata da così tante preghiere fatte all'unisono, ognuna nella propria lingua e secondo la propria tradizione. Non dimentichiamo che c'è un motivo profondo se tutte le religioni del mondo utilizzano la preghiera, tutte danno al suono un significato profondo.

Infatti, come anche dice il Vangelo di Giovanni (1, 1-5)

In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta
.

In principio era il verbo, ovvero la parola, ovvero il suono. Perché dal suono (che è ritmo, forma e colore) tutto prende vita, tutto è luce, suono e forma. Questo lo ritroviamo in tutte le religioni, spiegato in modo diverso, con parole diverse. E ogni fedele, al di là della religione di appartenenza, utilizza la parola, la preghiera per comunicare con il divino. Nello Yoga, e quindi nella tradizione induista, l'importanza del suono è fondamentale, ed è legato alla recitazione di Mantra, attraverso l'uso del sanscrito, lingua considerata sacra e quindi "ufficiale".

Il Maha Mantra (grande mantra), ovvero il Bija Mantra (Mantra seme) principale è il suono AUM (che si pronuncia OM) ed è legato alla creazione, ovvero la tradizione sostiene che questo sia il suono, la vibrazione (in sanscrito al riguardo abbiamo i concetti di Spanda: vibrazione e Shabda: parola), che veniva emessa dalla creazione stessa, quindi è il primo suono che fu emesso. Sempre secondo la tradizione, infatti, il sanscrito vedico fu inventato dai Rishi (i saggi che scrissero i Veda, testi sacri dell'induismo) per poter riprodurre il più fedelmente possibile, seppure con delle limitazioni, un suono udito attraverso poteri di chiaro udienza in forma umana. E' un po' come dire che posso sforzarmi di ruggire come un leone, e produrrò un suono che le altre persone riconoscono come tale, ma non sarò mai un leone e non potrò mai ripetere quel suono esattamente come lo farebbe un leone. Sui piani sottili ogni suono (Nada) ha la sua forma (Rupa), ogni cosa viene creata attraverso un suono, ovvero una vibrazione (Spanda), un movimento della materia primordiale (Mula Prakriti), dinamizzata grazie al potere che il Purusha (principio maschile) ha di metterla in moto. L' importanza del Maha Mantra è tale che nella maggior parte dei Mantra c'è sempre la parola AUM, e l'AUM stesso è un Mantra, il più sintetico, ma comunque il più importante e più potente.

Inoltre il suo significato non termina qui, infatti le sue tre lettere: A, U, M, sono legate alla Trimurti, ovvero alle tre energie che provengono dallo stesso Dio, (Ishvara: Signore), queste energie sono: Shiva (energia distruttrice), Vishnu (energia conservatrice) e Brahma (energia creatrice).

Si può quindi intendere qui perché le religioni, tutte, abbiano in comune l'uso del suono, della preghiera, un buon punto di partenza per una mediazione che parte dal dialogo stesso, fatto in fin dei conti di suoni. Una lettura yogica dei versetti iniziali del Vangelo di Giovanni fanno intendere che la creazione iniziò proprio con un grande Om....

Nadia Berti - 329/4669540 - yogazione@gmail.com
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